venerdì 8 settembre 2017

CGIA: 'Negli ultimi otto anni è crollato il numero delle imprese artigiane'

Con la chiusura di 145.000 imprese artigiane e di 12.000 piccoli negozi di vicinato tra il 2009 ed il 2016 si sono persi circa 400.000 posti di lavoro. A sostenerlo è l’Ufficio studi della CGIA di Mestre

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da pulvino.blogspot.com (free advertising)
Negli ultimi otto anni il numero complessivo delle imprese attive nell’artigianato è sceso da 1.463.318 a 1.322.640, le attività del commercio al dettaglio, invece, sono diminuite in misura più contenuta. Se nel 2009 erano 805.147, nel giugno di quest’anno si sono attestate a quota 793.102. Le categorie artigiane che hanno subito le contrazioni più importanti sono quelle degli autotrasportatori (-30%), dei falegnami (-27,7%), degli edili (-27,6%), dei produttori di vetro e ceramica (-22,1%). Mentre in controtendenza ci sono parrucchieri ed estetisti (+2,4%), gelaterie, pasticcerie e take away (+16,6%), designer (+44,8%), riparatori, manutentori e installatori di macchine (+58%).
Foto da lentepubblica.it
A livello territoriale le regioni più colpite sono quelle del Sud, dove la diminuzione è stata del 12,4%. In particolare in Sardegna è stata del -17,1%, in Abruzzo del -14,5%, in Sicilia del -13,5%, in Molise del -13,2%, in Basilicata del -13,1%. Le chiusure, nonostante l’uscita dalla recessione, sono continuate anche nel 2016 (-1,2%). ‘La crisi, il calo dei consumi, le tasse, la burocrazia, la mancanza di credito e l’impennata del costo degli affitti - sostiene il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo - sono le principali cause che hanno costretto molti piccoli imprenditori ad abbassare definitivamente la saracinesca della propria bottega. Se, inoltre, teniamo conto che negli ultimi quindici anni le politiche commerciali della grande distribuzione si sono fatte sempre più mirate ed aggressive, per molti artigiani e piccoli negozianti non c’è stata via di scampo. L’unica soluzione è stata quella di gettare definitivamente la spugna’.
Per il rilancio dell’artigianato non sarà sufficiente l’uscita dalla crisi economica, ma sarà ‘necessario recuperare - rileva Renato Mason segretario della CGIA - la svalutazione culturale che ha subito in questi ultimi decenni il lavoro artigiano. Anche se bisogna evidenziare che attraverso le riforme della scuola avvenute in questi ultimi anni, il nuovo Testo unico sull’apprendistato del 2011 e le novità introdotte con il Jobs act, sono stati realizzati dei passi importanti verso la giusta direzione, ma tutto ciò non è stato ancora sufficiente per invertire la tendenza’.

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