sabato 16 marzo 2024

Elezioni Basilicata: Lacerenza rinuncia

In Sardegna ha prevalso il centrosinistra con Todde, in Abruzzo la Destra con Marsilio, come mai?

di Giovanni Pulvino

Ely Schlein, Giuseppe Conte, Carlo Calenda,
Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni

Nelle elezioni amministrative il voto è spesso determinato da dinamiche locali. Di certo incide il sistema elettorale che è diverso per ogni regione. Decisive sono le candidature e come queste vengono individuate.

In Sardegna ha prevalso il Centrosinistra con Todde, in Abruzzo la Destra con Marsilio, come mai?

Nel primo caso il 'campo largo' era ‘ristretto’ a Pd, M5s e AVS ed ha vinto, nel secondo invece era sostenuto da tutte le forze politiche di opposizione ed ha perso, perché?

La Destra ad ogni elezione conferma i suoi voti anche se c’è un travaso da un partito all’altro. Prima prevaleva Forza Italia con Silvio Berlusconi, poi la Lega con Matteo Salvini ed ora Fratelli D’Italia con Giorgia Meloni, ma qualunque sia il leader restano sempre compatti quando si tratta di elezioni o di gestione del potere.

Il Centrosinistra invece ha un comportamento quasi ‘schizofrenico’. Le ultime due elezioni lo dimostrano. Quando il candidato è un grillino questi è sostenuto con convinzione dalle forze politiche, anche se non da tutte. Quando invece occorre sostenere un moderato o un indipendente come D’Amico una parte della coalizione e degli elettori non mostra lo stesso entusiasmo. Vengono a mancare una parte dei consensi dei grillini e quelli dei partitini del cosiddetto Centro (Azione e Italia Viva). Spesso queste forze politiche mettono veti sui nomi e sulle possibili coalizioni creando uno stato di confusione e scoramento tra gli elettori.

La prossima tornata elettorale che si terrà tra poche settimane in Basilicata per il Centrosinistra parte in salita. La leader del Partito democratico per evitare di rompere con il M5s ha dovuto dire sì ad un candidato che non ha mai fatto politica e che è praticamente sconosciuto agli elettori. Si tratta di Domenico Lecerenza medico oculista che lavora in Basilicata, ma è pugliese.

La candidatura è durata poche ore. Ecco cosa ha dichiarato dopo una notte di riflessione il medico lucano in mail inviata ad un quotidiano locale: ‘Dopo un'attenta riflessione voglio comunicare la mia rinuncia alla candidatura a Presidente della Regione Basilicata’.

L’indicazione voluta fortemente dal M5s non ha rinsaldato la coalizione, anzi ha creato ulteriori frizioni tra i partiti di opposizione e confusione tra gli elettori. 

Per il Centrosinistra è notte fonda.

Stando così le cose creare un'alternativa credibile da opporre alla Destra è assai difficile. Il compito che si è proposto di portare avanti Ely Schlein non solo è ingrato, ma è anche al limite dell'impossibile. 


lunedì 4 marzo 2024

Valditara e le ‘classi separate per gli alunni stranieri’

Apriamo classi di potenziamento separate per gli alunni stranieri’, è l’ultima iniziativa del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara

di Giovanni Pulvino

La proposta del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di aprire classi separate non è una novità per la scuola italiana.

Le classi differenziate esistevano già negli anni Sessanta.

La legge n. 1859 del 31 dicembre 1962 stabiliva all'articolo 12 che ‘possono essere istituite classi differenziali per gli alunni disadattati scolastici’. Esse potevano avere un calendario speciale con appositi programmi e orari di insegnamento.

Cinque anni dopo, il DPR n. 1518 del 22 dicembre 1967, stabilì che ‘soggetti che presentano anomalie o anormalità somato-psichiche che non consentono la regolare frequenza nelle scuole comuni e che abbisognano di particolare trattamento e assistenza medico-didattica sono indirizzati alle scuole speciali’.

Con l’introduzione della figura dell'insegnante di sostegno queste classi sono state abolite nel 1977.

Oggi la didattica integrativa prevede diversi strumenti per l’inclusione e il potenziamento degli alunni che hanno difficoltà di apprendimento. La Legge 104 del 1992 e la 42 del 28 marzo 2003 regolano la personalizzazione dei piani educativi. I cosiddetti BES (Bisogni Educativi Speciali) prevedono tre sottocategorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale

Gli strumenti per il superamento delle difficoltà di apprendimento degli alunni stranieri già esistono. Le classi separate non servono. La proposta del ministro è solo propaganda politica e nostalgia per un’epoca buia a cui qualcuno pensa di poter tornare.

Le parole pronunciate da Primo Levi nel 1974 delineano in modo chiaro un periodo della storia che non vorremmo vivere più, eppure ancora oggi c un'Italia che non si rassegna alla cultura della democrazia e della tolleranza.

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti’, Primo Levi, 1974.


venerdì 23 febbraio 2024

La vita è breve e le parole non servono

Lasciano mogli, figli, genitori, parenti, amici o semplici conoscenti. A chi rimane non resta che lo sgomento per una scomparsa ingiusta ed inaspettata, per un lavoro che non ha dato la vita, ma morte e dolore

di Giovanni Pulvino

Lavorava, ma non aveva il permesso di soggiorno. Era questa la posizione giuridica di uno degli operai che ha trovato la morte nel cantiere Esselunga di Firenze. Ecco i loro nomi.

Mohamed Toukabri, 54 anni tunisino. Taoufik Haidar 43 anni, moglie e 2 figli, Mohamed el Farhane, 24 anni e Bouzekry Rahimi di 56 anni marocchini. Tra le vittime anche un operaio italiano, Luigi Coclite, 60 anni di Teramo, residente in provincia di Livorno.

Ieri un altro lavoratore di 52 anni è morto nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra (Avellino). Domenico Fatigati, dipendente di una ditta esterna, è rimasto schiacciato da un macchinario.

Nel 2024 le vittime sono già 148. Il numero cresce continuamente. È una ‘mattanza’ che nessuna legge riesce a fermare. Le regole ci sono e sono stringenti, ma spesso vengono violate, perché? Di certo nessun datore di lavoro vuole vedere la morte di un suo operaio; eppure, questo avviene ogni giorno. Allora perché? La motivazione è soltanto una: per tante imprese la priorità è il profitto anche a scapito dell’incolumità dei lavoratori. È la logica del  guadagno a tutti i costi. È il principio fondamentale del capitalismo. 

Vincere una gara pubblica o aggiudicarsene una da un privato per poi dare i lavori in subappalto è una prassi comune a molte imprese di grandi dimensioni, spesso multinazionali.

Il guadagno non è determinato dalla realizzazione dell'opera ma dall’aggiudicazione dell’appalto. I lavori vengono delegati ad imprese di piccole dimensioni che spesso sono costrette a ridurre i costi sulle materie prime, sulla manodopera e sulla sicurezza. I primi incassano i profitti, i secondi finiscono davanti ai giudici ed i dipendenti ci rimettono il lavoro e spesso la vita.

È un’emergenza nazionale, dicono, ma tra qualche giorno tutto tornerà nella ‘normalità’, almeno fino alla prossima strage. Le morti quotidiane, si sa, non fanno notizia. Come l’operaio cinquantenne morto ieri a Campofelice di Roccella in provincia di Palermo, travolto dal muro di una casa in costruzione.

La vita è breve e le parole non servono. Lasciano mogli, figli, genitori, parenti, amici o semplici conoscenti. A chi rimane non resta che lo sgomento per una scomparsa ingiusta ed inaspettata, per un lavoro che non ha dato una vita dignitosa, ma morte e dolore. 

Domani, quando un altro lavoratore o lavoratrice non tornerà a casa ripeteremo le stesse parole e scriveremo le stesse frasi. No, non è accettabile, ma quando finirà tutto questo?

sabato 17 febbraio 2024

Aria di regime

‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…’, articolo 21 della Costituzione

di Giovanni Pulvino

Ghali Foh, Sanremo 2024.

A Gaza è in corso una carneficina. I morti sono quasi 30mila, il 70% dei quali sono donne e bambini. Hamas l’8 ottobre scorso, assassinando e rapendo centinaia di israeliani, ha commesso un crimine efferato, ma le vittime palestinesi non sono terroristi e non possono essere trattate come tali.

L’ipocrisia dei nostri politici, opinionisti e giornalisti è incomprensibile. La vita è una e nessuno può toglierla, per nessun motivo.

Le censure ai cantanti che si sono esibiti a Sanremo sono un segnale preoccupante sullo stato della libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione.

L’imbarazzo di Mara Venier nell’ascoltare le parole di Ghali Foh e Dargen D’Amico, il primo sul ‘genocidio’ dei palestinesi ed il secondo sul trattamento dei migranti, sono un segnale preoccupante di quanto sta accadendo in Rai. La successiva lettura e condivisone della stessa presentatrice del comunicato dell’Amministratore Delegato Roberto Sergio, rappresentano un atto di servilismo e sudditanza incomprensibile.

C’è aria di regime.

Denunciare i crimini di guerra, in qualunque parte del mondo essi siano stati perpetrati, e chiedere la pace non possono essere oggetto di censura, mai.

Non solo.

Se manifesti per la pace rischi di essere manganellato dalle forze dell’ordine, se invece marci facendo il saluto fascista sei scortato e tutelato. Per il Giorno del Ricordo la Presidente del Consiglio è intervenuta alla cerimonia con commozione e trasporto. Per celebrare la Liberazione invece ha accampato improcrastinabili impegni.

È un momento buio della nostra storia, specie se la confrontiamo con la tanto vituperata Prima Repubblica, quando Enrico Berlinguer dichiarò: ‘Sono ostile all’antisemitismo come a qualsiasi altra forma di odio razziale: compreso quello di cui appaiono pervasi gli attuali governanti di Israele’. Parole oggi attualissime come quelle del luglio 2006 di Giulio Andreotti che in uno dei suoi interventi sul Medio Oriente e sulle condizioni di vita dei palestinesi disse: ‘Se ognuno di noi fosse nato in un campo di concentramento e da cinquant’anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva da poter dare ai propri figli sarebbe un terrorista’.

Come dargli torto.


venerdì 9 febbraio 2024

Le Foibe e il revisionismo neofascista

Il prof. Alessandro Barbero ci spiega cosa sono state le Foibe e l'uso distorto che ne fa la politica italiana


Alessandro Barbero, 'Storia e memoria' (da yuotube.it)

'Cosa sono le Foibe? Alla fine della guerra sui confini orientali d’Italia l’esercito partigiano jugoslavo comunista avanzando in un territorio che da molti anni era occupato dagli italiani .... fa fuggire davanti a sé la popolazione ... terrorizzata e uccide effettivamente migliaia di italiani civili gettando poi i cadaveri in queste forre del terreno che ci sono da quelle parti, appunto le Foibe. Un eccidio di molte migliaia di civili. 

I partigiani jugoslavi comunisti stavano dalla parte dei vincitori, combattevano dalla parte giusta, quindi per molto tempo di questa cosa no che non se ne parli, ma se ne parla eccome, ma a livello ufficiale. Nessuno si sognerebbe .... che bisognerebbe fare un giorno del Ricordo, perché è uno dei tanti casi in cui i vincitori che stavano dalla parte giusta hanno fatto delle porcate, cosa che succede normalmente nella realtà. 

Bambini internati nel campo di concentramento di Arbe
(Croazia) creato dalla Seconda Armata Italiana
nel luglio del 1942 (it.wikipedia.org)

Non ci sono i buoni e i cattivi come nei film americani. 
La realtà è più complicata di così ed i vincitori che stanno dalla parte giusta fanno un sacco di porcate. Buttano la bomba atomica su Hiroshima e come se non bastasse ne hanno ancora un’altra e buttano anche quella e distruggono un’altra città. ... 

Poi cosa succede che quella parte dell’Italia che per tanto tempo ha vissuto male il 25 aprile, la celebrazione della Resistenza, perché erano famiglie come la mia, dove si era schierati dall’altra parte, sempre più sentono ... che, politicamente, il pendolo si è spostato e chi la pensa così ha sempre più importanza. E ad un certo punto un governo che, non lo può dire, ma è fatto da gente che si sentiva più dalla parte dei fascisti che non dei partigiani, decide che bisogna equilibrare il 25 aprile. C’è questa grande festa che piace a quelli della sinistra e allora facciamo anche un altro giorno per ricordare invece una cosa dall’altra parte e nasce il giorno delle Foibe. 

Allora non ci sono state le Foibe? Certo che ci sono state. E' stata un’atrocità? Certo che è stata un’atrocità. Non bisogna parlarne? Certo che bisogna parlarne. …… Le Foibe sono uno di quei casi che uno deve sapere. Gli storici le hanno sempre studiate dopodiché si tratta di dire: dobbiamo mettere al centro del discorso pubblico quell’episodio lì perché è emblematico? E' da quello che si capisce cos’era davvero quell’epoca e cioè che i partigiani comunisti erano molto cattivi e che gli italiani sono stati ingiustamente perseguitati e sterminati? Oppure ... dobbiamo discutere di quella cosa lì per venderne tutti gli aspetti? 

Se discuti di quella cosa li per vederne tutti gli aspetti scopri, al di là del fatto che è successo quello sterminio, un mondo dove la gente crepava tutti i giorni, continuamente dappertutto, dove le città venivano bombardate, la gente bruciata viva dai bombardamenti, ... moriva nei lager, morivano soldati in combattimento a migliaia tutti i giorni e questo ti rimette un po', come dire, le cose in prospettiva.

Poi scopri che ... i comunisti jugoslavi era così incazzati con gli italiani, perché gli italiani quei territori lì avevano occupati nel 1918 dopo aver vinto la Prima guerra mondiale ed avevano cominciato a bastonare gli abitanti slavi, a proibirgli di parlare la loro lingua, a decidere che quei paesi lì dovevano diventare italiani e dimenticarsi di essere stati slavi e cosi via. Dopo vent'anni di divieti, di bastonate e di abusi la popolazione slava locale odiava gli italiani e a quel punto come succede li odiava tutti. Non è che stava a dire quello li è buono, quello li è cattivo, quello li è fascista, quell’altro no. Odiava gli italiani e questo non vuol dire che chi prendeva le famiglie gli sparava alla nuca e li buttava nei crepacci non debba rispondere alla sua coscienza di quello che ha fatto, però vuol dire che noi sappiamo un po' di più di cosa è successo e del perché è successo. Quella è la Storia. Creare invece un giorno della memoria del Ricordo per controbilanciare l’altro (il 25 aprile) quello è l’uso della Memoria che fa la politica'. 



giovedì 8 febbraio 2024

La marcia su Roma

'Mala tempora currunt sed peiora parantur', ovvero 'corrono tempi brutti ma se ne preparano di peggiori', Marco Tullio Cicerone

di Giovanni Pulvino

La marcia su Roma dei trattori assomiglia per certi aspetti ad una farsa, ma una farsa non è. Le difficoltà economiche in cui si trovano numerose imprese del settore agricolo non sono nuove. Oggi esso rappresenta circa il 3% del Pil, eppure ha il sostegno incondizionato dei governi nazionali e dell'UE. Gli incentivi comunitari sono consistenti e costituiscono un terzo del bilancio dell'Unione. Ogni anno oltre 400 miliardi di euro sono destinati a sostenere l'attività agricola nonostante essa continui a perdere addetti e quote di mercato. 

Non solo. La produzione si fonda sull'uso intensivo delle risorse e dei diserbanti chimici. La riduzione dei tempi di lavorazione e dei costi avviene sempre più a scapito della salvaguardia dell'ambiente. Ed ogni tentativo di porvi rimedio trova l'opposizione di questa o quella categoria.

L'oggetto del contendere è insieme europeo e nazionale. La direttiva della Commissione presieduta da Ursula Von der Leyen che imponeva di ridurre l'uso dei pesticidi e quello intensivo dei terreni è già stata ritirata. L'Europa chiedeva agli agricoltori una maggiore attenzione nelle tecniche produttive per salvaguardare l'ambiente. Il Governo nazionale, quello presieduto da Giorgia Meloni e dal suo vice Matteo Salvini, è contestato perchè ha depennato l'esenzione Irpef per il terreni agricoli. 

In sintesi si chiede agli agricoltori di produrre di meno e di pagare più tasse. La reazione era inevitabile anche se non era attesa in queste proporzioni. 

Le ragioni sono diverse.

Le medesime limitazioni sulle coltivazioni non sono richieste ai prodotti importati dai paesi extra Ue. In particolare quelli provenienti dall'Ucraina finanziata pochi giorni fa con altri 50 miliardi di euro.

La contestazione è anche verso Confagricoltura e Confesercenti. Sindacati molto vicini ai partiti di governo. La rivolta, partita dal basso, rinnega gli accordi di categoria che penalizzano soprattutto la imprese di piccole dimensioni. 

Poi c'è la grande distribuzione. La distanza tra i prezzi praticati ai produttori agricoli e quelli che poi troviamo sugli scaffali dei supermercati è in alcuni casi sproporzionata e ingiustificabile. Forse il Governo dovrebbe intervenire per ridurre questa sperequazione prima di chiedere ulteriori sacrifici alle imprese agricole. 

Ed è paradossale che i partiti che hanno approvato questi provvedimenti sono gli stessi che a parole dicono di stare dalla parte degli agricoltori. E' il segno dei tempi, o come disse Cicerone: 'Mala tempora currunt sed peiora parantur', ovvero 'corrono tempi brutti ma se ne preparano di peggiori'.




venerdì 19 gennaio 2024

Prendi i soldi e scappa

Salma Al-Shehab, madre di due figli, attivista per i diritti delle donne è stata condannata a quasi trent’anni di carcere solo per aver scritto dei tweet. Tutto questo succede in Arabia Saudita, dove si sta svolgendo il minitorneo della Supercoppa italiana

di Giovanni Pulvino

Una fase della partita Napoli- Fiorentina,
a destra Salma Al-Shehab

Anche quest’anno il minitorneo della Supercoppa  italiana si svolge all’estero. La sede scelta dalla Lega è stata l’Arabia Saudita. La motivazione non è sportiva, ma economica.

Una volta questa manifestazione si giocava in pieno agosto, cioè ad inizio stagione. Adesso invece per motivi economici si disputa in pieno inverno ed all’estero. È stata assegnata agli Usa, alla Cina, al Qatar e negli ultimi tre anni all’Arabia Saudita. In precedenza, le squadre finaliste incassavano 3,5 milioni a testa, la Lega 500mila euro. Con il nuovo accordo il montepremi è triplicato.

1,6 milioni alle semifinaliste perdenti, 5 milioni alla finalista perdente, 8 milioni alla vincitrice e 6,8 milioni alla Lega calcio.

Siamo al trionfo dello sportwashing. Dopo aver preso calciatori e allenatori come un collezionista di figurine, il regno saudita esibisce quattro squadre italiane. Il calcio italiano tace sui diritti umani e incassa’, ha commentato Luca Musumeci, presidente di Sport for Society.

La situazione in Arabia Saudita è estremamente negativa. Negli ultimi otto anni, da quando il principe della Corona bin Salman è diventato l’uomo forte del regno, ci sono state oltre 1250 impiccagioni; tutti i difensori dei diritti umani sono in carcere e vengono emesse regolarmente condanne a decenni di carcere anche solo per aver scritto un post su una piattaforma social’, ha sottolineato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Il giornalista, scrittore e presidente del premio Sport e diritti umani (istituito da Amnesty International e Sport for Society) Riccardo Cucchi ha dichiarato: ‘Il calcio non può rinunciare ai valori, vendere la passione dei tifosi e sé stesso, in cambio di soldi. Se lo fa minaccia la sua stessa identità di sport per trasformarsi in strumento di un processo di cancellazione della realtà. Una realtà che, in Arabia Saudita, è violazione dei diritti umani, violenza e totalitarismo’.

Fonti: amnesty.it e money.it

sabato 6 gennaio 2024

Giorgia Meloni: ’C’è chi vuol dare le carte, io non sono ricattabile’

Difficile immaginare che qualcuno abbia ricattato la PdC. È plausibile invece un tentativo di condizionamento, ma questo sarebbe un sintomo di debolezza del Governo e di chi lo guida

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni
Nella conferenza stampa del 4 gennaio scorso la PdC ha dichiarato: ‘C’è chi vuol dare le carte, io non sono ricattabile’. La domanda sorge spontanea: chi vuole ricattare la Presidente del Consiglio? Chi 'vuole dare le carte'? A chi e a che cosa si riferisce Giorgia Meloni?

La segretaria di Fratelli d’Italia non ha fatto nomi, non ha citato circostanze, ha solo paventato un ‘condizionamento’ a cui Lei non è disposta a sottostare.

Le spiegazioni possibili sono due.

La prima ipotesi è che c’è o c’è stato qualcuno che ha tentato, senza riuscirvi, di condizionare l’operato della Presidente del Consiglio. In questo caso sarebbe interessante sapere di chi si tratta e in che cosa consisterebbe il ricatto, ma la Premier non dice nulla, allude soltanto.

La seconda interpretazione è l’ennesimo tentativo di passare per vittima. Ci sarebbe qualcuno che vuole impedirle di governare, ma Lei non si fa intimorire e va per la sua strada. Anzi opererà per rafforzare il suo ruolo. Ed è perentoria nel suo ragionamento: qualcuno ‘pensa di spaventarci, ma io non mi spavento: preferisco cento volte andare a casa piuttosto che cedere a condizionamenti’. C’è un capovolgimento dei ruoli. O si fa come dice Lei o se ne va. La minaccia è rivolta ai suoi alleati di Governo? A Forza Italia? Alla Lega di Matteo Salvini?

Oppure ai cosiddetti poteri forti. Il solito Soros? L’Unione Europea? O chissà chi altro?

Difficile immaginare che qualcuno abbia ricattato la PdC. È plausibile invece un tentativo di condizionamento, ma questo sarebbe un sintomo di debolezza del Governo e di chi lo guida

Sui contenuti, dopo tre ore di conferenza stampa, ha detto poco o nulla. L’azione dell'Esecutivo sembra determinata dalla preoccupazione di mantenere i consensi elettorali.

Quello che emerge con chiarezza è la distanza tra quanto affermato in campagna elettorale e quanto la Destra sta realizzando stando alla guida del Paese. L’incoerenza tra i propositi e gli atti concreti è evidente. Ed è altrettanto palese la scarsa professionalità della classe dirigente ed il tentativo di 'rivincita' che emerge in tanti atti e propositi 'nostalgici' nonostante i tentativi di mantenere un contegno moderato ed istituzionale. 


sabato 30 dicembre 2023

Giorgia Meloni, ‘Non sono Mosè'

‘Uomo dell’anno’ titola il quotidiano Libero su una foto di Giorgia Meloni. Uomo? I tentativi della Destra di tornare al passato sono evidenti, ma spesso essi scadono nel paradosso

di Giovanni Pulvino

Prima pagina del quotidiano Libero del 
29 dicembre 2023
Quante Giorgia Meloni ci sono? Dopo un anno e mezzo di governo possiamo affermare con certezza che ne esistono almeno due. La prima è quella che non le mandava a dire e che prometteva di stravolgere la politica italiana. La seconda è quella governativa, europeista e atlantista così come lo sono stati i Presidenti del Consiglio che l’hanno preceduta.

Quando un partito o un leader accede al potere di solito diventa più moderato nei propositi e rinnega quanto aveva promesso in campagna elettorale.

Il caso di Giorgia Meloni e di FdI è emblematico.

In occasione del comizio di chiusura della campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Catania trasmesso in diretta su Rainews24 (23 maggio 2023) la PDC ha affermato: ‘Lotta all’evasione contro piccoli commercianti è pizzo di Stato’.

Per ricordare le vittime delle Fosse Ardeatine (24 marzo 2023) ha dichiarato: ’335 innocenti massacrati perché italiani’. La replica dell’Anpi: ‘Uccisi perché antifascisti’.

Sui cambiamenti climatici la risposta all’interrogazione del deputato Bonelli (22 marzo 2023) è stata paradossale: ‘Non ho prosciugato io l’Adige, non sono Mosè’.

In occasione del cinquantesimo compleanno del leader leghista (9 marzo 2023) e pochi giorni dopo la strage di Cutro Giorgia Meloni e Matteo Salvini cantarono la canzone di Marinella scritta da Fabrizio de André per ricordare la morte di una giovane fanciulla annegata in un fiume.

Durante il discorso per l’insediamento del suo Governo (25 ottobre 2022) si rivolse al deputato di Asv, Soumahoro, dandogli del tu: ‘Al collega Soumahoro mi sento di dire, tutti ci sentiamo scolari della storia, sai, altrimenti saremmo ignoranti del presente, senza futuro’.

Poi ci sono le promesse fatte e non mantenute.

Il 6 luglio 2019 ecco cosa intimava: ‘Le navi delle Organizzazioni non governative che violano i confini italiani, si, vanno affondate e vanno demolite bisogna dare un segnale chiaro di forza’.

In un’intervista dichiarò la sua avversione verso i corruttori: ‘Per noi chi ruba è un traditore, perché vedete la corruzione è una tassa sui poveri, è una tassa sui più deboli, sulla povera gente, ed è il motivo per il quale noi vogliamo proporre per i reati di corruzione nell’esercizio delle funzioni pubbliche siano inseriti tra i reati di tradimento ... cioè reati per i quali nel nostro ordinamento è prevista anche la pena dell’ergastolo, così vediamo’. Quest’affermazione evidentemente non vale per la vicepresidente della Commissione di vigilanza della Rai di FdI Montaruli, condannata in via definitiva per peculato.

Ed ancora. ‘Il nostro primo provvedimento sarà 1.000 euro subito su ogni conto corrente con un click’, prometteva in campagna elettorale. Invece il governo Meloni ha cancellato il Rdc e ha introdotto una card di poche centinaia di euro all’anno e non per tutti i poveri e solo per alcuni beni di prima necessità.

Le incoerenze sono tante.

Dall'Italia ritiri immediatamente il proprio sostegno alle sanzioni contro la Russiaall’invio di armi all’Ucraina; dal ‘Blocco navale subito’, a ‘L’Italia e l’Europa hanno bisogno di immigrazione.’; dall’abolizione della Fornero all’ipotesi 103, ma solo per una parte dei lavoratori; dalla cancellazione delle accise sui carburanti, al taglio degli sgravi introdotti dal governo Draghi.

Vareremo un grande piano di prevenzione idrogeologica annunciava il 27 luglio scorso, il giorno dopo il ministro Fitto nella bozza di rimodulazione del PNRR stralcia alcuni progetti per ‘la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico’.

L’elenco è lungo ed ogni giorno se ne aggiunge uno nuovo.  

E non ci sono solo gli strafalcioni e le marce indietro, c’è anche una più grave idiosincrasia alle domande dei giornalisti. Se può evita le conferenze stampa o reagisce in modo 'scomposto' alle interrogazioni delle opposizioni, perchè?

Sfugge al confronto per mantenere i consensi elettorali? Ma stia tranquilla o come scrive Libero stia tranquillo 'l'uomo dell'anno', chi vota a Destra continuerà a farlo qualunque cosa dica o possa fare. E continuerà a farlo non perché aderisce ad un ideale, ma solo perché è intollerante verso la Sinistra, qualunque essa sia.

mercoledì 27 dicembre 2023