lunedì 28 dicembre 2015

Nel Mezzogiorno i posti di lavoro sono aumentati di 89mila unità

Negli ultimi sette anni gli occupati sono diminuiti di oltre 656mila unità, ma i dati dei primi nove mesi del 2015 confermano l’inversione di tendenza, in particolare nel Mezzogiorno

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Secondo i dati rilevati dal Centro studi di ImpresaLavoro nel periodo tra il 2008 ed il 2015 il numero di occupati in Italia è diminuito di 656.911 unità. I posti persi al Sud e nelle Isole sono stati 486mila, al Nord 249mila, mentre le regioni del Centro hanno fatto registrare un aumento di 78mila unità, ma solo grazie all’incremento di 116mila posti di lavoro avvenuto nel Lazio.
Ad aver subito maggiormente la crisi è stata la Calabria, dove l’occupazione è diminuita del 12,92%, seguita dal Molise (-9,52%) e dalla Sicilia (-9,27%), mentre quelle che hanno sofferto di meno sono le regioni del Nord, in particolare il Friuli Venezia Giulia che ha fatto registrare il -4,32%, il Veneto il -4,06%, la Liguria il -3,86% e la Lombardia lo -0,66%.
In termini assoluti la regione che ha fatto peggio è stata la Sicilia, con una diminuzione di 137.033 unità, seguita dalla Puglia con -95.959 e dalla Campania con -92.150. Ad essere sopra i livelli del 2008, oltre al Lazio, c’è solo il Trentino Alto Adige con +20mila unità.
Tuttavia, qualcosa sta cambiando. Secondo lo studio di ImpresaLavoro il trend positivo iniziato nel 2014 è stato confermato dai dati del terzo trimestre del 2015. Su base annua l’incremento è stato di 154mila occupati. Ad avvantaggiarsi della nuova situazione sono state le regioni del Mezzogiorno. Nell’ultimo anno sono stati creati nel Sud e nelle Isole 89mila nuovi posti di lavoro, cioè il 57,9% del totale, mentre al Nord sono stati 34mila ed al Centro 31mila. L’aumento più significato è stato rilevato in Puglia con un incremento di 23mila200 unità, in Sicilia con +19mila600 ed in Sardegna con +18mila200. In termini percentuali i migliori risultati li ha fatti registrare la Basilicata (+3,5%), seguita dalla Puglia (+3,39%), dalla Sardegna (+3,33%) e dall’Umbria (+2,34%).  
Invece, continua a perdere posti di lavoro la Calabria. Nei primi nove mesi del 2015 ha fatto registrare un ulteriore calo di 13mila400 unità, rimanendo così l’unica regione che non sta approfittando del cambiamento della congiuntura economica.

giovedì 24 dicembre 2015

A Militello Rosmarino 'a vigghiata' per il Presepe Vivente

La rappresentazione del Presepe Vivente che si svolgerà nei prossimi giorni a Militello Rosmarino, piccolo borgo a pochi chilometri da Sant’Agata di Militello in provincia di Messina, è diventato uno degli eventi più attesi dei Nebrodi

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

La rappresentazione, organizzata dall’associazione Anspi S. Biagio, è prevista per il 26 e 30 dicembre ed il 3 gennaio del 2016.
Nel medioevale centro storico di Militello Rosmarino, dalle ore 20:30 fino alle 23:00, saranno allestite scene di vita tipiche del periodo che va dalla fine dell’Ottocento all’inizio del Novecento. Nelle ambientazioni domestiche ed in quelle artigianali saranno rappresentate le antiche usanze ed i mestieri ormai scomparsi.
I visitatori potranno rivivere 'a vigghiata’, la tipica veglia attorno al braciere che era utilizzato in Sicilia nella prima metà del secolo scorso per riscaldare le case. Il combustibile adoperato era a ‘nuzzulina’ che derivava dalla lavorazione per la produzione dell’olio di sansa oppure la carbonella ridotta a piccoli granelli ed ottenuta con la legna che era stata usata per cuocere il pane nei tipici forni ad arco. 
Militello Rosmarino (Me)
I partecipanti potranno vedere anche come si svolgeva il lavoro dei calzolai, dei fabbri, degli intrecciatori di giunchi, dei calderai, delle ricamatrici e di tutti gli altri mestieri, inoltre saranno rappresentati i momenti di vita che quotidianamente scandivano l’esistenza dei siciliani all’inizio del Novecento.
Non mancherà la degustazione dei prodotti tipici come il pane casereccio, l’olio, i formaggi, i legumi e di altre pietanze gastronomie tradizionali dei Nebrodi. Con questa manifestazione Militello Rosmarino, come altri borghi siciliani, vuole ‘ripartire’ per ridare vitalità ad una Sicilia che non vuole arrendersi al decadimento ed al degrado. La rappresentazione del Presepe Vivente è, anche e soprattutto, un occasione per conoscere una quotidianità che non c’è più, ma che continua a vivere nella memoria di tanti siciliani.

martedì 22 dicembre 2015

Nella Legge di Stabilità solo ‘briciole’ per il Sud

Il Senato ha approvato la Legge di Stabilità, ma ancora una volta gli interventi previsti per il Sud sono del tutto insufficienti per ridare vigore alla drammatica situazione economica e sociale del Meridione 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Il valore del provvedimento, che prevede oltre 1000 commi, è di 35,4 miliardi di euro, l’incremento dai 29,6 miliardi previsti inizialmente è stato determinato soprattutto dalle misure aggiuntive sulla sicurezza. I benefici fiscali per le regioni del Mezzogiorno che sono stati  introdotti con la manovra finanziaria approvata oggi dal Senato sono ‘briciole’ rispetto a quanto sarebbe stato necessario per ridare vigore all’economia meridionale.
Il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali destinati ad attività produttive, di cui potranno usufruire le imprese della Campania, della Puglia, della Basilicata, della Calabria, della Sicilia, del Molise e della Sardegna, avrà una durata quadriennale, cioè dal primo gennaio 2016 al trentuno dicembre 2019.
L’importo complessivo previsto è di 2 miliardi e 468 milioni di euro, vale a dire 617 milioni di euro all’anno. L’agevolazione è differenziata a seconda delle dimensioni aziendali: il 20% per le piccole imprese, il 15% per quelle medie e il 10% per quelle di grandi dimensioni. Il tetto massimo utilizzabile è di 1,5 milioni di euro per le piccole imprese, di 5 milioni per le medie e di 15 per quelle di grandi dimensioni. Le modalità di attuazione del provvedimento saranno stabilite dall’Agenzia delle Entrate. A queste misure si aggiunge la possibilità di ‘superare il patto di stabilità interno’ il cui scopo è di attivare, ‘dai meccanismi di gestione del bilancio’, risorse pubbliche per 11 miliardi di euro, di cui 7 da investire nelle regioni meridionali. Infine specifici interventi sono previsti per l’area di Bagnoli e per la Terra dei Fuochi. Queste agevolazioni si uniscono a quelle previste con il cosiddetto ‘super ammortamento’, cioè la maggiorazione del 40% del costo fiscalmente deducibile dei beni strumentali acquistati dalle imprese dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016.
Insomma, la manovra finanziaria per il 2016 prevede per il Meridione incentivi ‘certi’ solo per le imprese che decideranno di fare investimenti e comunque per un importo massimo di 617 milioni di euro, vale a dire circa 88 milioni di euro per ogni regione meridionale, un importo inferiore a quello stanziato dal Governo per risarcire i creditori di Banca Etruria.
L’impressione è che gli impegni assunti dall’Esecutivo e dal Parlamento con la Legge di Stabilità siano simili a quelli presi nei decenni scorsi dai governi di Romani Prodi e di Silvio Berlusconi e che, pertanto, siano del tutto insufficienti per ridare impulso all’economia del Mezzogiorno.

sabato 19 dicembre 2015

Volontariato e Protezione civile fanno il pieno di consensi

Il no profit rappresenta ormai un settore trainante della società italiana e costituisce parte integrante delle infrastrutture capaci di guidare le politiche sociali nel nostro Paese 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Nel 2015, secondo un’indagine condotta da Eurispes, le organizzazioni che hanno ottenuto i maggiori consensi sono state quelle del Volontariato e della Protezione civile. Le prime hanno fatto registrare un consenso del 78,8%, in crescita rispetto al 2014 del 4,3%, mentre la Protezione civile ha fatto registrare un aumento dell’11,8%, con un totale del 70%.
Il volontariato è ormai diffuso su tutto il territorio nazionale. Le 44mila organizzazioni sono presenti soprattutto nelle regioni più popolose: il 55% di esse si trova in Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna. In rapporto al numero di abitanti sono sette le regioni che contano una OdV ogni 100 abitanti, il numero più elevato si registra in Friuli Venezia Giulia e in Valle d’Aosta.
Dal punto di vista giuridico il 67% di esse è costituita da associazioni non riconosciute, mentre l’83% ha la qualifica di onlus. La maggior parte delle organizzazioni opera con meno di sedici volontari e solo il 10% ha una base associativa numerosa, con più di 500 soci.
I soggetti più utilizzati nelle denominazioni sono ‘famiglia’, ‘anziani’ e ‘genitori’, mentre le parole più adoperate sono ‘amici’, ‘insieme’ e ‘sorriso’, tutti termini che indicano il sostegno, la condivisone e la solidarietà.
Ai primi posti nelle mission ci sono la promozione, l’assistenza, la donazione, la tutela e l’educazione. La maggior parte delle onlus opera nel campo della sanità e dell’assistenza sociale. Numerose anche le associazioni che si occupano di cultura, sport e ricreazione. Oltre 2.000 sono quelle impegnate nella difesa del territorio, sia come servizio di protezione civile, sia nella tutela dell’ambiente. 

sabato 12 dicembre 2015

Gela: centinaia di lavoratori dell’indotto del petrolchimico rischiano il licenziamento

Nonostante gli impegni presi dall’Eni nel 2014 nulla è stato fatto e centinaia di lavoratori dell’indotto del petrolchimico di Gela ora rischiano il licenziamento

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

La protesta dei lavoratori del petrolchimico di Gela è riesplosa dopo che 68 addetti della dell’impresa ‘Elettroclima’ e quattro della ‘Nuova X Gamma’ hanno ricevuto le lettere di licenziamento e con la contemporanea messa in cassa integrazione dei lavoratori della ‘Sudelettre’ e della ‘Smim Impianti’.
I cancelli della fabbrica, ferma da due anni, sono stati bloccati dal personale della raffineria per protestare contro i nuovi licenziamenti e per il mancato rispetto degli accordi sottoscritti nel protocollo d’intesa firmato nel novembre del 2014. In quell’occasione l’Eni si era impegnata ad investire 2,2 miliardi di euro per la riconversione, entro il 2017, dello stabilimento in ‘green refinery’ e per effettuare la ricerca di nuovi giacimenti di gas e petroli in Sicilia.
Ad oggi nulla è stato fatto, anzi l’apertura di dieci cantieri di lavoro prevista dall’accordo stipulato tra l’azienda, il Governo ed i rappresentanti dei lavoratori, non è ancora avvenuta. Intanto, a fine dicembre per centinaia di lavoratori dell’indotto scadrà la cassa integrazione in deroga garantita dal Governo regionale e per molti di essi si profila il licenziamento se non riprenderanno le attività lavorative della raffineria.
Il sindaco di Gela, Domenico Messinese, impegnato in tutti i tavoli di trattativa, ha avanzato il sospetto che l’Eni non voglia rispettare gli impegni presi ed ha lanciato, su facebook, un accorato appello all’azienda ed al Governo: ‘Nessuno deve rimanere indietro!! Gela si merita un futuro migliore, prospero e dignitoso per tutti i cittadini. Non vi lasciamo soli!!’.

martedì 8 dicembre 2015

Ritrovato il corpo di Sajida Ali, cinque anni, annegata pochi giorni fa in un altro naufragio avvenuto sul mar Egeo

Ritrovato sulla spiaggia di Pirlanta nella provincia turca di Smime il corpo di una bimba di cinque anni morta annegata in naufragio avvenuto pochi giorni fa

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Ancora una tragedia nel mar Egeo. Il corpo di una bimba di cinque anni, Sajida Ali, è stato ritrovato sulla spiaggia di Pirlanta a Cesme, nella provincia turca di Smime. La bimba sarebbe annegata pochi giorni fa insieme ad altri profughi nel tentativo di attraversare i pochi chilometri di mare che separano la Turchia dalla Grecia.
La vicenda ricorda quella drammatica d’inizio settembre quando fu ritrovato il corpo del piccolo Aylan Kurdi, il bambino di 3 anni annegato con la madre ed il fratellino di cinque anni.
Il nuovo naufragio è avvenuto verso le 2:30 della scorsa notte sulle acque di Cesme. A bordo del gommone c’era un gruppo di profughi afgani ed ha provocato l’annegamento di sei bambini. Tra loro un neonato. La Guardia costiera di Ankara, secondo l’agenzia di stampa Anadolu, avrebbe tratto in salvo altre otto persone, ma nulla ha potuto fare per i sei bambini, tra cui Sajida Ali, il cui corpo ora è stato ritrovato sulla spiaggia di Pirlanta.

lunedì 7 dicembre 2015

Il 24,9% dei lavoratori autonomi vive sotto la soglia di povertà

Tra il 2010 ed il 2014 la percentuale di nuclei familiari in precarie condizioni economiche è aumentata dell’1,2% per i pensionati, dell’1% per i dipendenti e del 5,1% per i titolari di partita Iva 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Lo scorso anno il 24,9% delle famiglie con reddito principale da lavoro autonomo ha vissuto con una disponibilità economica inferiore a 9.455 euro, considerata dall’Istat come soglia di povertà. La percentuale scende al 20,9% per i nuclei familiari con reddito da pensione ed al 14,6% per quelle con reddito da lavoro dipendente. Insomma la povertà si concentrerebbe soprattutto tra gli autonomi, a sostenerlo è uno studio della Cgia di Mestre.
La riduzione maggiore si è verificata nel Mezzogiorno con il -7,5% (-120.700 unità), seguito dal Nordest con il -5,8% (-67.800 unità) e dal Nordovest con il -5,3% (-82.500 unità), mentre il Centro ha fatto registrare una crescita dell’1% (+11.330 unità). Dall’inizio della crisi (2008) al primo semestre di quest’anno i lavoratori autonomi sono diminuiti di quasi 260mila unità, cioè il 4,8%, mentre il numero di lavoratori dipendenti si è ridotto di 408mila unità, che in termini percentuali rispetto al totale corrisponde al 2,4%. Il calo più significativo è stato registrato con il 14,6% in Emilia Romagna, seguita con il 13,7% dalla Campania e con il 13,3% dalla Calabria.
“Purtroppo questi dati dimostrano che la precarietà presente nel mondo del lavoro si concentra soprattutto tra il popolo delle partite Iva. Sia chiaro, la questione non va affrontata ipotizzando di togliere alcune garanzie ai lavoratori dipendenti per darle agli autonomi, ma allargando l’impiego di alcuni ammortizzatori sociali anche a questi ultimi che, almeno in parte, dovrebbero finanziarseli”. Questo è quanto ha dichiarato il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, Paolo Zabeo ed ha aggiunto: “Quando un lavoratore dipendente perde momentaneamente il posto di lavoro può disporre di diverse misure di sostegno al reddito. E nel caso venga licenziato può contare anche su una indennità di disoccupazione. Un autonomo, invece, non ha alcun paracadute. Una volta chiusa l’attività è costretto a rimettersi in gioco affrontando una serie di sfide per molti versi impossibili. Oggigiorno è difficile trovare un’altra occupazione; l’età spesso non più giovanissima e le difficoltà congiunturali costituiscono un ostacolo insormontabile al reinserimento nel mondo del lavoro”.

venerdì 4 dicembre 2015

Roberto Vecchioni e la sua ‘provocazione d’amore’ verso la Sicilia

La frase pronunciata dal cantautore milanese, ‘Sicilia isola di merda’, ha provocato sui social network indignazione, ma anche qualche consenso 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)


Roberto Vecchioni
Secondo quanto riportato dall’edizione online dell’Ansa di ieri, l’autore ed interprete di ‘Luci a San Siro’, in un incontro a Palermo con gli studenti di Ingegneria su ‘Mercanti di luce. Narrare la bellezza tra padri e figli’, ha detto: “I siciliani sono la razza più intelligente che esiste al mondo, perché si buttano via così, mi dà un fastidio immenso che l’isola non sia all’altezza di se stessa. Credete che sia qua soltanto per sviolinare? No, assolutamente. Arrivo dall’aeroporto, entro in città e praticamente ci sono 200 persone su 400 senza casco e in tutti i posti ci sono tre file di macchine in mezzo alla strada e si passa con fatica. Questo significa che tu non hai capito cos’è il senso dell’esistenza con gli altri. Non lo sai, non lo conosci. E’ inutile che ti mascheri dietro al fatto che hai il mare più bello del mondo. Non basta, sei un’isola di merda. La mia è una provocazione d’amore”.
Ed ancora: “La filosofia e la poesia antiche hanno insegnato cos’è la bellezza e la verità, la non paura degli altri, in Sicilia questo non c’è, c’è tutto il contrario. E mi sono chiesto, prima di arrivare qui, se dovevo dirle queste cose a voi ragazzi. Non amo la Sicilia che rovina la sua intelligenza e la sua cultura, le sue coste, quando vado a vedere Selinunte, Segesta e altri posti di questo tipo non c’è nessuno. Non amo questa Sicilia che si butta via, che non si difende”.
Le reazioni sono state immediate. “Non c’è niente di peggio delle banalizzazioni e delle generalizzazioni, quelle in cui, purtroppo, è caduto Vecchioni. Da un cantautore tanto apprezzato, e vincitore anche al Festival di Sanremo, ci saremmo attesi valutazioni più profonde e meno stereotipate”, ha dichiarato Renato Schifani, presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc. Ma c’è chi come la giornalista Sandra Figliulo che invece difende il cantautore: “La verità è che se è il siciliano a dirti che qui non funziona nulla, che bisogna scappare, che non c’è speranza, va tutto bene. Se glielo dice chi viene da fuori, ecco che il siciliano si veste d’orgoglio, sostiene di vivere nel migliore dei mondi possibili e guai a chi gli tocca la sua terra”. 
Le parole di Roberto Vecchioni sono dure ma sincere, e il suo è, di certo, un atto d’amore verso la Sicilia. Tuttavia nelle sue ‘invettive’, in gran parte condivisibili, non c’è nulla di costruttivo se non il tentativo di stimolare i siciliani ed i meridionali a darsi da fare, ad agire, a non aspettare, ma questo i siciliani lo hanno capito da tempo e, purtroppo, non è sufficiente per realizzare quel necessario mutamento socio-culturale auspicato dal cantautore milanese.

martedì 1 dicembre 2015

Istat: disoccupazione ai minimi degli ultimi tre anni

Nonostante il leggero calo degli occupati stimato dall’Istat per il mese di ottobre, il tasso di disoccupazione rimane al 11’5%

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Nel mese di ottobre, secondo la stima fatta dall’Istat, il numero di occupati è diminuito dello 0,2% (-39 mila unità). Il calo è stato determinato dai lavoratori autonomi, mentre rimane sostanzialmente stabile il numero dei dipendenti. La stima dei disoccupati diminuisce di 13 mila unità. Il calo riguarda le donne e la popolazione di età superiore a trentaquattro anni.
Il tasso di occupazione diminuisce di 0,1%, a 56,3%, mentre su base annua l’occupazione cresce dello 0,3% (+75 mila unità) e il relativo tasso dello 0,4%. Nel mese di ottobre il tasso di disoccupazione resta stabile all’11,5%. Negli ultimi dodici mesi è diminuito di 410 mila unità e il tasso dell’1,4%.
Nel periodo agosto – ottobre 2015 la stima dei disoccupati diminuisce di 142 mila unità, mentre si registra una crescita degli occupati (+32 mila) e degli inattivi (+66 mila). Dal 2013 è stata costante la crescita degli occupati con 50 anni o più, in assoluto circa 900.000 unità in più.