mercoledì 31 agosto 2016

Dalle rovine del terremoto di Amatrice sta emergendo la solita 'furbizia italica'

Le conseguenze di un terremoto come quello che si è verificato il 24 di agosto nel Centro Italia non si possono impedire, ma certamente si sarebbero potute limitare se i finanziamenti stanziati per il miglioramento antisismico fossero stati spesi tutti e senza inutili sprechi

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

La Chiiesa di San Pietro e Lorenzi ad Accumoli
dopo il terremoto - ( foto da tg24.sky.it)
Dopo i terremoti dell’Umbria del 1997 e dell’Aquila del 2009 sono stati stanziati 84 milioni di euro per la ricostruzione degli edifici danneggiati della provincia di Rieti. A queste risorse si sono aggiunti altri milioni finanziati dalla Regione e dalla Chiesa. Soldi in parte non ancora spesi. Ora il terremoto di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto testimonia i ritardi e gli sprechi tipici della ‘furbizia’ degli italiani. Ecco alcuni esempi riportati da repubblica.it.
Dopo il terremoto del 1997 lo Stato ha finanziato nella provincia di Rieti la ricostruzione degli edifici danneggiati, tra gli interventi previsti c’era quello della Chiesa di San Pietro e Lorenzi ad Accumoli. Il crollo del campanile di questa chiesa, costruito sopra il tetto di una casa, ha provocato la morte della famiglia Tuccio, padre, madre e due bambini. Il geometra che ha seguito la pratica ha dichiarato: ‘Non è vero che sono stati dirottati soldi per il miglioramento sismico del campanile della chiesa’. In realtà, sostiene il quotidiano romano, il finanziamento per il miglioramento sismico della struttura è stato di 116mila euro. 
Accumoli prima del terrremoto - (foto da lalaga.it)
L’imprenditore che ha svolto i lavori ha detto: ‘Noi non abbiamo fatto niente su quel campanile’. L’appalto per la riparazione ed il miglioramento sismico della chiesa valeva 75mila euro, il resto del finanziamento, 41mila euro, vale a dire circa il 35% del totale, è stato utilizzato per la progettazione. Inoltre l’appalto è stato vinto con un ribasso del 16% e, ha aggiunto l’imprenditore, ‘per il miglioramento sismico erano previsti appena 509 euro. Il progetto imponeva di inserire nella muratura 33 euro di ferro, praticamente una sola barra, e di fare alcuni fori da riempire non con il cemento, ma con la calce’.
Nel 2014 la regione Lazio ha stanziato 611.000 euro per la messa in sicurezza di sei ponti, quelli che avrebbero dovuto garantire la viabilità anche in caso di emergenza. Ebbene quel finanziamento è rimasto nel cassetto perché la provincia di Rieti non aveva i 175.000 euro necessari per cofinanziare il progetto.
Accumoli dopo il terremoto - (foto da giornalettismo.com)
Spesso, nelle gare di appalto, si è verificato un equivoco terminologico tra ‘miglioramento ed adeguamento antisismico’. Molti degli interventi fatti in questi anni hanno ‘migliorato’ ma non adeguato gli edifici per eventuali eventi sismici. La motivazione è stata la mancanza di risorse. Così è avvenuto per la scuola di Capranica (200mila euro), per la Chiesa di Santa Maria Liberatrice (250mila euro), per il Teatro di Amatrice (400mila euro), per la Torre Civica di Accumoli (90mila euro), per la Chiesa di Sant’Angelo (260mila euro).
Inoltre, molti finanziamenti sono ancora oggi inutilizzati per le lungaggini burocratiche. Ecco cosa ha dichiarato il deputato del Partito democratico Fabio Melilli sub-commissario per  la provincia di Rieti dopo il terremoto dell’Umbria: ‘Per dare il via alla gara di appalto servivano le autorizzazione del Genio civile, del Comune e della Sovrintendenza. Una volta avute il progetto andava in commissione dove c’erano gli stessi rappresentanti del Genio civile, del Comune e della Sovrintendenza.’
Se tutto questo non fosse vero ci sarebbe da ridere, ma purtroppo l’Italia e gli italiani siamo fatti così, crediamo di essere scaltri, ma in realtà siamo solo ‘furbi’ e, spesso, incompetenti, per non dire altro.

lunedì 15 agosto 2016

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Un dipendente deve lavorare 1.227 anni per eguagliare i compensi annuali del top manager

Negli ultimi due decenni la differenza tra le indennità percepite dai dirigenti rispetto a quella dei loro dipendenti è aumentata a dismisura 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da corriere.it
Secondo l’annuario di R&S Mediobanca nel 2015 i top manager di cinquanta aziende pubbliche e private italiane hanno percepito compensi per 256,80 milioni. Mediamente un dipendente deve lavorare trentuno anni per eguagliare i compensi del proprio consigliere delegato che diventano quarantatre se si fa riferimento al direttore generale. Ma ci sono casi in cui le differenze sono ancora più grandi. Oltre al record di 1.227 anni, nella lista ci sono casi pari 582 anni, a cui seguono 525, 234, 232, 165, 111 anni e cosi via. Queste indennità, oltre all’aspetto etico che ormai non è più preso in considerazione, non sono giustificate neanche dai risultati aziendali. I ricavi, infatti, sono diminuiti del 16,1% nelle imprese del settore pubblico, invece sono aumentati in quelle del settore privato, ma solo grazie al balzo del fatturato prodotto all’estero (+11,1%).
Foto da valoreazione.com
Anche i livelli occupazionali sono diminuiti (-14,8%) per le aziende pubbliche prese in considerazione dal Rapporto, le imprese private al contrario hanno aumentato gli occupati (+12%), ma solo fuori dai nostri confini. E’ cresciuta la redditività industriale, nel pubblico è stata al 6,8%, nel privato è stata quasi doppia, al 12,8%. Lo Stato ha incassato, nel 2015, 12,8 miliardi di dividendi, mentre nel privato sono stati 6,8 miliardi. Il record è stato dell’Eni con 5,6 miliardi, seguita dall’Enel (2,3), dalle Poste (1,6) e da Snam (1,3), mentre nel privato hanno realizzato dividendi per 1,2 miliardi Luxottica e Prada per 1,0 miliardo di euro. 
Crescono gli utili ed aumenta a dismisura la distanza tra i compensi dei manager e quelle dei loro dipendenti. Sono gli effetti della globalizzazione e della mancanza di regole nel sistema economico e finanziario che limitino le ingiustizie ed i privilegi. Sette anni di recessione hanno, così, accentuato le disuguaglianze, ma per chi ci ha le leve del potere economico va bene così.

 

venerdì 12 agosto 2016

Dichiarazioni indecenti di un ex comunista

Deputato di Sel: ‘Chi siamo noi? Lavoratori subordinati dell’ultima categoria di metalmeccanici?’

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Arcangelo Sannicandro - Foto da selpuglia.it
La proposta presentata dal M5s di dimezzare l’indennità dei parlamentari da 10 mila euro lordi a 5 mila non piace all’esponente di Sinistra e Libertà, Arcangelo Sannicandro.
Il deputato di Sel ed ex membro del partito di Rifondazione comunista ha affermato che la situazione lavorativa dei politici italiani e dei lavoratori metalmeccanici è molto diversa.
Ecco quando ha dichiarato in aula a proposito del taglio delle indennità ai parlamentari: ‘Chi siamo noi? Lavoratori subordinati dell’ultima categoria di metalmeccanici?’. Chissà cosa ne pensa Nichi Vendola, ma di certo, poi, non dovrà lamentarsi se il M5S o la Destra populista faranno il pieno di voti tra i lavoratori.

lunedì 8 agosto 2016

#Nessunotocchicaino: nel 2015 eseguite almeno 4.040 condanne a morte, in aumento rispetto al 2014

I Paesi che hanno deciso di abolire la pena di morte sono oggi 160, ma le sentenze eseguite sono in aumento. A dirlo è il rapporto pubblicato dall’associazione Nessuno tocchi Caino

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da corriere.it
I Paesi o i territori che per legge o di fatto hanno abolito la pena di morte sono 160. Di questi 104 sono totalmente abolizionisti, sei solo per i crimini ordinari ed altrettanti sono quelli che attuano una moratoria, mentre sono 44 i Paesi che non eseguono sentenze da almeno 10 anni o che si sono impegnati ad abolire la pena di morte.
Foto da wikipedia.org
Al 30 giugno del 2016 i Paesi dov’è ancora in vigore la pena capitale sono diminuiti a 38 dai 54 del 2005. Nonostante ciò nel 2015 le esecuzioni sono aumentate a 4.040 rispetto alle 3.576 del 2014, ma sono diminuite rispetto alle 5.375 condanne eseguite nel 2008. L’aumento avvenuto nell’ultimo anno è dovuto al crescente numero di esecuzioni avvenute in Iran, Pakistan ed Arabia Saudita.
Il Nebraska nel maggio del 2015 è diventato il diciannovesimo Stato della federazione americana ad aver abolito la pena di morte, mentre in altri 4 Stati i Governatori hanno sospeso le esecuzioni. Lo scorso anno e nei primi sei mesi del 2016, altri 43 Paesi hanno abolito la pena di morte o hanno deciso la moratoria. Scriveva Cesare Beccaria nel 1764 nei Dei delitti e delle pene: Parmi un assurdo che le leggi, che sono l´espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall´assassinio, ordinino un pubblico assassinio’.




venerdì 5 agosto 2016

Per molti insegnanti del Sud la #buonascuola si sta trasformando in una tragedia greca

Il Miur sta comunicando l’esito dei trasferimenti degli insegnanti assunti lo scorso anno con la Buona scuola e molti insegnanti del Sud dovranno trasferirsi al Nord 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da professionistiscuola.it
Quanto si temeva si sta verificando. Molti insegnanti del Sud Italia per continuare a lavorare dovranno trasferirsi al Nord. La novità non è il flusso migratorio verso il Settentrione, è sempre stato così. Il problema è che si tratta, in molti casi, di docenti che hanno da uno a due decenni di precariato e che spesso sono ultracinquantenni, mentre, nello stesso tempo, molti giovani, idonei al concorso del 2012 (quello voluto dal ministro Francesco Profumo) od a quello che si sta svolgendo in queste settimane, resteranno nella provincia di residenza, anche se non hanno neanche un giorno di servizio. La ripartizione cioè non tiene conto del punteggio acquisito con gli anni di precariato nelle scuole e con  gli alunni più problematici.
Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione, dell'università
e della ricerca - (foto da repubblica.it)
Sono i misteri della scuola pubblica italiana. Negli ultimi vent’anni sono state approvate diverse riforme della scuola. Il risultato è stato una continua modifica delle regole che, di volta in volta, hanno favorito questa o quella categoria d’insegnanti, ma a pagare per tutti sono stati sempre i precari storici. Questi docenti hanno lavorato per anni con contratti a tempo determinato ma non sono mai stati stabilizzati, come invece avveniva negli anni Settanta ed Ottanta e come stabilisce una recente sentenza della Corte di giustizia europea. Il cosiddetto ‘doppio canale’ rimane, infatti, il sistema di reclutamento degli insegnanti più corretto ed equo, ma non si sa bene perché non viene più preso in considerazione.
Ora il ‘vulnus’ è stato sanato con la Buona scuola, ma gli ex precari storici continuano ad essere considerati l’ultima ruota del carro e sono trattati quasi con ‘fastidio’ dai Sindacati e dai funzionari del ministero. Il risultato è a dir poco paradossale. Un giovane insegnante potrà lavorare nella sua città, mentre molti ultracinquantenni neoassunti nel 2015, se non vorranno diventare definitivamente degli esodati invisibili, dovranno emigrare. Lo faranno con il trolley, con una laurea in tasca e tanta esperienza lavorativa, ma come tutti i migranti dovranno lasciare famiglia ed affetti per assicurarsi uno stipendio da 1400 euro al mese che, di certo, non sarà sufficiente per garantirsi una vita dignitosa e senza, per questo, avere il diritto a lamentarsi, visto l’alto tasso di disoccupazione che c’è nel Meridione.

mercoledì 3 agosto 2016

Stalking e femminicidi, ormai è un ‘bollettino di guerra’

Dal 2015 ad oggi oltre novemila donne sono state vittime di violenze e 1260 di stalking, quest’anno gli omicidi sono già 61 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da libertaegiustizia.it
L’inasprimento delle pene non frena il reato di femminicidio. Rispetto al passato sempre più donne trovano il coraggio di denunciare, anche se si calcola che siano solo il 10% del totale. La maggior parte delle violenze, è bene precisarlo, avvengono all’interno della famiglia. Le nuove norme stanno facendo emergere un fenomeno che per tanto, troppo tempo è rimasto nascosto tra le mura domestiche, ma esse non sono sufficienti a fermare i maltrattamenti.
In genere i comportamenti violenti sono preceduti da minacce e molestie che si ripetono nel tempo sino a sfociare, in taluni casi, nell’assassinio. Gli omicidi avvengono con crudeltà ed è sempre più frequente l’uso dell’acido o di sostanze infiammabili.
Stamane Nicola Piscitelli, cinquantacinque anni, si è presentato alla stazione dei carabinieri di Santa Maria Capua Vetere per costituirsi. Ai militari ha confessato di aver ucciso a coltellate la sua compagna Rosaria Lentini.
Ieri l’assassino di Vania, quarantasei anni di Lucca, data alle fiamme dall’uomo con cui aveva avuto una relazione.
Nel febbraio scorso, Paolo Pietropaolo ha dato fuoco alla sua compagna perché aveva una relazione con un altro uomo. La giovane di Pozzuoli è stata ricoverata in gravissime condizioni.
Foto da ansa.it
Nel bresciano, il 20 novembre scorso, un uomo di origini indiane ha dato fuoco alla moglie solo perché non gli andava bene il modo con cui si vestiva.
Il 9 giugno di quest’anno Vincenzo Paduano ha strangolato e poi bruciato Sara Di Pietrotantonio studentessa di ventidue anni. La sua unica colpa è stata di essersi rifatta una vita con un altro uomo.
Il mese scorso, a Tuglie (Le), Alezandru Edec Ionuf, romeno di ventiquattro anni, ha dato fuoco alla sua compagna davanti ai figli di uno e tre anni. La donna ha riportato ustioni gravi su tutto il corpo.
Questi uomini non amano le loro donne, le vogliono possedere. Sono ‘ominicchi’ che non accettano di essere lasciati o di vederle felici con un altro compagno. In loro c’è una naturale predisposizione alla violenza, quello che provano non è amore, è odio verso un individuo che non possono più controllare. Ed è per questo che le leggi non bastano a fermare il fenomeno. E’ un fatto culturale che si combatte con l’educazione alla tolleranza, al rispetto della vita e della dignità di tutti gli esseri umani, senza distinzione alcuna.
Pietro Grasso - (foto da europaquotidiano.it)
Il presidente del senato Piero Grasso così ha commentato gli ultimi omicidi: ‘Da uomo fatico a spiegarmi cosa possa spingere ad usare una tale brutalità, a covare così tanto odio nascondendosi dietro presunti sentimenti quali l'amore, il dolore per una storia che finisce, la disperazione. Niente di tutto questo: spero che non si usino più, raccontando queste storie, termini ambigui e giustificatori come raptus, gelosia, disagio, rifiuto. Sono solo squallidi criminali e schifosi assassini’.  Ed ancora: ‘C'è un grande lavoro da fare, tutti insieme, per sradicare i resti di una cultura maschilista e possessiva che ancora permea la nostra società. Stare insieme è una sfida quotidiana: uomini e donne non si appartengono, si scelgono ogni giorno. Liberamente’.


martedì 2 agosto 2016

Merola: ‘c’è ancora da raggiungere la verità’

Nel 36mo anniversario della strage di Bologna compiuta dai neofascisti del Nar Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini ancora non si conoscono i mandanti 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni) 

Stazione di Bologna, 2 agosto 1980
Foto da wikipedia.org
‘Si son fatti dei passi avanti significativi, come l’approvazione del reato di depistaggio, ma c’è ancora da raggiungere la verità, e quindi la giustizia piena, per arrivare ai mandanti della strage nella stazione di Bologna’. A dirlo è il sindaco di Bologna Virginio Merola che stamane ha aperto la commemorazione per le vittime della strage della stazione del 2 agosto 1980, quando una bomba uccise 85 persone e ne ferì oltre 200. Ed ancora: ‘L'approvazione del reato di depistaggio è un passo significativo che testimonia l'impegno delle istituzioni per la nostra città. Bisogna trasformare il dolore di trentasei anni fa in consapevolezza, dare un senso a questo dolore, cosa di cui abbiamo bisogno anche rispetto a quello che sta succedendo nel mondo’.
Al corteo ha partecipato anche una delegazione islamica esponendo uno striscione con la scritta: ‘Contro tutti i terrorismi’. Il presidente della comunità islamica di Bologna, Yassine Lafram, ha dichiarato: ‘Vogliamo partecipare per dire che il terrorismo non può trovare giustificazione, è un comportamento umano irrazionale. Sentivamo il bisogno di esserci, per ribadire la nostra condanna a ogni forma di terrorismo’.