domenica 25 settembre 2016

Olimpiadi 2028 in una città del Sud?

Dopo il no della sindaca Virginia Raggi a Roma 2024, il Sud si mobilità e nasce la proposta dei ‘Giochi della Magna Grecia’  

Luigi De Magistris - (foto da vesuviolive.it)
Promotori dell’idea, oltre al sindaco di Napoli, il governatore della Puglia Michele Emiliano ed il primo cittadino di Cosenza Mario Occhiuto. Quest’ultimo ha scritto una lettera al presidente del Coni, Giovanni Malagò. Nella missiva  il sindaco di Cosenza esprime ‘l’amarezza di tutti noi per il fatto che il Paese perda questa grande occasione, ma credo che sia il tempo di andare oltre, puntando alle Olimpiadi della Magna Grecia per il 2028’. Ed ancora: ‘C’è una grande fetta del Paese che non vuole dire no. Per questo vorremmo costruire un evento con il coinvolgimento di tutto il Meridione. Le infrastrutture possibili, in concomitanza con i Giochi, avrebbero il potere reale di cambiare il Sud ad impatto zero perché ci impegneremmo a costruire percorsi ecosostenibili per le città. Suppongo che anche Matteo Renzi  - conclude Occhiuto - sarebbe d'accordo con questa ambiziosa iniziativa per rinvigorire l'essenza della Storia che pulsa nelle vene del Mezzogiorno e che può diventare, appunto, il sogno possibile della nostra grande Olimpiade del 2028’.
Mario Occhiuto - (Foto da zoom24.it)
Dello stesso parere il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che da Radio1 Rai ha commentato così: ’Oggi ci sono le professionalità, le competenze, per dimostrare che c'è un Sud diverso, un Sud che non si tira indietro e di fronte a questa pantomima romana noi siamo pronti. Oggi siamo in grado di spendere il denaro in trasparenza e avere le attrezzature sportive. A Napoli nel 2019 si faranno le Universiadi con 15.000 atleti, quindi per quella data avremo impianti sportivi all'altezza di una sfida come quella delle Olimpiadi’.
La proposta di De Magistris ha già ottenuto l’appoggio del governatore della Puglia, Michele Emiliano, e di Gianfranco Miccichè, commissario di FI per la Sicilia, che ha dichiarato: ‘La proposta di De Magistris ci piace. Le Olimpiadi 2028 organizzate a Napoli renderebbero felici anche noi siciliani. Pronti a dare il nostro contributo, pronti a dimostrare al mondo intero di cosa è capace il Sud’.

lunedì 19 settembre 2016

Inps: nei primi sette mesi del 2016 calano le assunzioni stabili

I dati sui nuovi rapporti di lavoro nel settore privato pubblicati dall’osservatorio sul precariato dell’Inps evidenziano una diminuzione del 9,1% dei nuovi contratti a tempo indeterminato 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Foto da rainews.it
Le assunzioni nel periodo gennaio-luglio 2016 sono state 3.428.000, con una riduzione rispetto allo stesso periodo del 2015 di 383.000 unità (-10%). La diminuzione più consistente riguarda i contratti stabili (-9,1%), mentre quelli a tempo determinato si sono ridotti del 6,9%. Il ricorso ai voucher (buoni per il lavoro accessorio dal valore nominale di 10 euro) è aumentato del 36,2% rispetto al +73% di un anno prima.
La differenza tra assunzioni e cessazioni del periodo (+805.000) rimane positiva rispetto al 2014 (+703.000), ma è inferiore rispetto al 2015 (+938.000). Su base annua il saldo complessivo a luglio 2016 è positivo ed è pari a +488.000, per quelli a tempo indeterminato è pari a +541.000.
Foto da economia.ilmessaggero.it
Nei primi sette mesi del 2016 sono stati stipulati 972.946 contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni di contratti a termine e di apprendistato) a fronte di 896.622 cessazioni di contratti stabili, con un saldo positivo per 76.324 unità. Il dato è peggiore dell'83,5% rispetto a quello dello stesso periodo del 2015, ma anche del dato riferito al 2014 quando non c'erano sgravi ed il saldo sui rapporti a tempo indeterminato era positivo per 129.163 unità.
Il calo, secondo l’Istituto previdenziale, è dovuto ‘al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui potevano beneficiare dell'abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-36,2%)'.

venerdì 16 settembre 2016

Bonus di 500 euro per i 18enni, ecco come funziona

Da giovedì 15 settembre i giovani neo maggiorenni possono accedere all’applicazione ‘18app’ ed usufruire del bonus di 500 euro per l’acquisto di beni e servizi legati alla cultura

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Matteo Renzi - (foto da blastingnews.com)
L’incentivo, previsto dalla legge di stabilità 2016, è destinato a tutti i ragazzi, extracomunitari compresi, che hanno compiuto o che compiranno 18 anni nel corso del 2016. La card-cultura potrà essere utilizzata fino al 31 dicembre del 2017. I giovani interessati sono oltre 560mila e la spesa per le casse dello Stato sarà di circa 290 milioni di euro.
Per ottenere il bonus i ragazzi dovranno registrarsi ad uno dei seguenti provider: Poste italiane, Tim, Infocert o Sielte. Lo scopo è di ottenere, attraverso lo Spid (Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale), le credenziali (una specie di carta d’identità virtuale) necessarie per accedere all’incentivo.
Foto da businessonline.it
A questo punto per utilizzare il contributo basterà scaricare l’app sul portale www.18app.it. E' bene precisare che, trattandosi di una webapp customizzata per mobile, non è scaricabile dagli store. Ad essere online da ieri sera è la versione beta che funzione come una ‘vetrina’ delle offerte, mentre gli acquisti potranno essere fatti solo all'inizio di ottobre e potranno avvenire sia in forma digitale, sia recandosi presso i negozi fisici, in questo caso sarà necessario mostrare il qr code (codice a barre bidimensionale) o il bar code (codice a barre) dell’acquisto effettuato sull’app. Ovviamente il costo del servizio o dell’evento sarà scalato automaticamente dall’importo iniziale di 500 euro. Tra le proposte elencate dal ministero dei Beni Culturali c’è l’acquisto di libri, di biglietti d’ingresso a spettacoli, mostre, concerti e cinema, ma non sarà possibile acquistare computer, tablet, musica online o film in streaming.

martedì 13 settembre 2016

Tito Boeri: ‘Il problema è l’equità, non la sostenibilità’

Il presidente dell’Inps in un’intervista rilasciata alla trasmissione di Raitre Presadiretta ha ribadito che il problema del sistema pensionistico italiano è l’equità

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Tito Boeri - (foto da gossip.libero.it)
Il problema vero che abbiamo oggi in Italia è quello dell'equità e non quello della sostenibilità finanziaria del nostro sistema pensionistico’. Questo è quanto ha dichiarato il presidente dell’Inps Tito Boeri alla trasmissione di Raitre Presadiretta.
Ed ancora: ‘Ci sono delle persone che oggi hanno dei trattamenti pensionistici, o hanno dei vitalizi, come nel caso dei politici, che sono del tutto ingiustificati alla luce dei contributi che hanno versato in passato. Abbiamo concesso per tanti anni questo trattamento privilegiato a queste persone. Per chi ha degli importi molto elevati di prestazioni,  non è il caso di chiedere loro un contributo che potrebbe in qualche modo rendere, alleggerire i conti previdenziali? Ci permetterebbe di fare qualche operazione di redistribuzione, per esempio andare ad aiutare quelle persone che sono in quella fascia di età prima della pensione che sono in condizione di povertà, oppure potremmo concedere maggiore flessibilità in uscita verso il sistema pensionistico. Ecco sono tutte operazioni che si possono fare in quest’ambito. Legare contributi e prestazioni, questo è il vero problema di fondo’.
Roberto Iacona - (foto da presadiretta.rai.it)
Ad incidere sui conti dell’Istituto sono anche le truffe. Nel solo 2015 sono stati scoperti 30mila posizioni di falsi lavoratori. Con il nuovo sistema, introdotto con l’arrivo di Tito Boeri, gli illeciti vengono scoperti in tempo reale. ‘Viene fuori – ha spiegato il presidente dell’Inps - una cifra di 150 milioni di prestazioni che noi avremmo erogato indebitamente, quindi sprecando delle risorse pubbliche. L'Inps eroga - ha aggiunto Boeri - delle prestazioni per conto dello Stato. Quindi fin quando lo Stato italiano non dovesse fallire, poniamo pure che l'Inps fallisse, e non fallirà vi assicuro, però ci sarà sempre lo Stato italiano. Se c'è qualcosa di cui le persone si devono preoccupare non sono i conti dell'Inps ma sono i conti dello Stato italiano, il debito pubblico’.

domenica 11 settembre 2016

La #buonascuola che non c’è

La legge 107/2015 con il piano di assunzioni straordinario ha posto rimedio al ‘vulnus’ che durava da vent’anni, ma nello stesso tempo ha creato i presupposti per perpetrare nuove ingiustizie e prevaricazioni 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

(foto da clashcityworkers.org)
L’ingiustizia più grande causata dalla legge 107/2015 sta nel fatto che la procedura di mobilità, iniziata dopo Ferragosto, ha previsto la precedenza nell’assegnazione delle cattedre ai docenti ‘idonei’ (non vincitori) del concorso del 2012, quello voluto dal ministro Francesco Profumo. In questo modo i giovani neoassunti sono rimasti nella loro provincia di residenza, mentre i precari storici pur avendo fatto tanti anni di supplenze sono stati inseriti nella graduatoria nazionale. Ed è per questo che molti hanno dovuto rinunciare o sono dovuti emigrare. Ed è bene sottolineare che nella maggior parte dei casi si tratta di insegnanti meridionali ultracinquantenni che, pur di avere un reddito certo, 'appena' 1.400 euro al mese (un usciere di Montecitorio guadagna dieci volte di più), hanno dovuto separarsi dalla famiglia. Ora a questi lavoratori non resta che ‘sperare’ nelle assegnazioni provvisorie, dove non conta il servizio ma la ‘necessità’ del ricongiungimento famigliare (Legge 104, figli, coniuge, precedenze). 
Stefania Giannini - (foto da skuola.net)
Un altro obiettivo della riforma era la ‘chiamata diretta’. Ebbene questa procedura è stata sperimentata con gli insegnanti assunti con la cosiddetta fase C, in massima parte si tratta dei precari storici. Insomma, questi docenti non solo sono stati costretti al trasferimento ‘coatto’, ma hanno dovuto sottostare anche alla selezione ‘meritocratica’ dei Dirigenti scolastici. Nelle valutazioni i ‘Presidi’ spesso non hanno tenuto conto del servizio pregresso, ma hanno utilizzato criteri stabiliti ad hoc da ogni singola scuola. Inoltre, i relativi avvisi sono stati pubblicati dopo la designazione dei neoassunti nei singoli ambiti scolastici territoriali. Pertanto, i Dirigenti, prima di stabilire i criteri, conoscevano i nomi ed i cognomi dei docenti da selezionare.
La ‘chiamata diretta’ si è così trasformata nell’ennesimo escamotage per favorire gli insegnanti che hanno meno punti in graduatoria. Per la #buonascuola ed in generale per la scuola italiana non contano più l’esperienza lavorativa ed i sacrifici fatti, ma le presunte abilità acquisite con i titoli conseguiti partecipando a corsi di specializzazione organizzati da associazioni (sindacali), dalle scuole o dalle università. 
Insomma, la scuola è appena iniziata, ma il caos e le ingiustizie continuano, come sempre.


martedì 6 settembre 2016

Caos M5S, la questione non è giudiziaria ma politica

Le vicende della giunta capitolina di Virginia Raggi stanno facendo emergere le contraddizioni politiche interne al M5S 

di Giovanni Pulvino (@PulvinoGiovanni)

Virginia Raggi e Paola Muraro
(foto da ilfattoquotidiano.it)
Il movimento di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio è stato fondato sull’antipolitica, sul ‘vaffa’ diretto a tutti i partiti politici. Un’entità neutra o liquida, come si dice oggi, ben sintetizzata con lo slogan: ‘ne di Destra ne di Sinistra, ma dalla parte dei cittadini’. Un movimento populista sostenuto da supporter di tutti gli orientamenti ideologici ed una macchina elettorale che ha raccolto consensi in tutti gli strati sociali.
Beppe Grillo - (foto da repubblica.it)
I problemi emergono quando il M5S diventa forza di governo ed è chiamato a prendere decisioni politiche concrete. L’esempio dell’amministrazione comunale di Parma è dirimente. Il sindaco Federico Pizzarotti, eletto al ballottaggio con i voti della Destra, è stato messo ai margini del Movimento quando ha iniziato ad amministrare la città, quando cioè ha evidenziato una sua linea politica. Lo stesso è avvenuto a Gela, a Livorno, ecc. Per non parlare degli epurati e degli espulsi tra i militanti, gli amministratori ed i parlamentari. Fino a quando il M5S rimane una forza di opposizione riesce a mantenere l’unità, ma tende a disgregarsi quando deve governare.
Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico
(foto da repubblica.it)
Le disavventure della giunta di Virginia Raggi, anche lei eletta al ballottaggio con i voti della Destra, sono una conferma di questa contraddizione. Le divisioni interne stanno emergendo con chiarezza anche nel direttorio nazionale del Movimento. Le bugie e le incongruenze sulle epurazioni fatte e quelle non fatte (almeno finora) evidenziano l’applicazione di due pesi e due misure. L’assessore Paola Muraro pur avendo ricevuto un avviso di garanzia ed un evidente conflitto d’interessi sembra inamovibile, mentre Carla Raineri, nominata pochi settimane fa Capo di gabinetto dalla Sindaca grillina, è stata costretta a dimettersi perché percepiva uno stipendio troppo alto.
La questione non è giudiziaria, ma d’indirizzo politico. Le scelte degli assessori e dei manager delle aziende municipalizzate sono la conseguenza di una precisa linea politica. Il bluff dell’antipolitica sta emergendo con chiarezza. Le decisioni sono ‘ideologiche’ e sono fatte nella consapevolezza che esse incideranno sulla vita dei cittadini e finiranno per favorire questo o quel ceto sociale.
Il Movimento ed i suoi amministratori, come tutti i partiti politici, sono costretti a schierarsi secondo il loro convincimento ideologico e promuovere politiche di Destra o di Sinistra. Le divisioni interne ne sono l’ovvia conseguenza, così come il disorientamento e la rabbia dei sostenitori.